Isola della Cona

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Isola della Cona

Un paradiso naturale lungo il fiume Isonzo

Scopri l’Isola della Cona, un paradiso naturale lungo il fiume Isonzo, noto per il birdwatching e la sua ricca biodiversità. Esplora sentieri panoramici, avvista uccelli rari e incontra i maestosi Cavalli Camargue in libertà. Un’esperienza indimenticabile nel cuore della Riserva Naturale Foce dell’Isonzo.

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Riserva Naturale Foce dell’Isonzo

Nascosta lungo gli ultimi 15 km del maestoso fiume Isonzo, si trova un gioiello naturalistico: l’Isola della Cona. Insieme all’area del Caneo, fa parte della Riserva Naturale Foce dell’Isonzo, un’area protetta di circa 2.400 ettari che è stata giustamente riconosciuta come la miglior zona d’Italia per il birdwatching. Quando si varca la soglia di questa riserva, ci si trova di fronte a un ecosistema unico al mondo. Qui, oltre a una rigogliosa flora che vanta la presenza di ben 650 specie diverse, sono state censite ben 323 specie avicole, rendendola un vero paradiso per gli amanti degli animali.

All’ingresso della Riserva troverete il Centro Visitatori. Da qui partono i due sentieri che permettono di esplorare appieno la bellezza di questo luogo unico. Il primo sentiero, un anello più breve e molto frequentato, offre un’esperienza di circa 45 minuti e conduce gli escursionisti all’Osservatorio della Marinetta, da cui è possibile ammirare panorami mozzafiato e osservare da vicino la vita selvatica che anima la riserva.

Per coloro che desiderano immergersi completamente nella tranquillità e nella bellezza naturale della riserva, c’è il secondo sentiero, più lungo e meno affollato, che si estende fino alla foce del fiume. Questo percorso più impegnativo richiede circa 3 ore e mezza, ma ricompensa gli escursionisti con la possibilità di esplorare angoli nascosti e paesaggi incontaminati.

Lungo entrambi i sentieri, numerosi sono i punti di osservazione, attrezzati con binocoli e finestroni che consentono agli appassionati di birdwatching di avvicinarsi ancora di più alla fauna locale. Tra le specie più affascinanti che è possibile incontrare durante l’esplorazione dell’Isola della Cona, spiccano i maestosi Cavalli Camargue. Introdotti nell’isola negli anni ’90 con lo scopo di gestire la flora di palude, questi splendidi animali vivono liberamente nella riserva e si nutrono anche di erbe salmastre, contribuendo all’equilibrio ecologico dell’ambiente circostante.

E se l’esplorazione della natura dovesse stimolare l’appetito, non c’è da preoccuparsi: all’interno della riserva è presente un punto di ristoro, che oltre a offrire deliziosi piatti locali funge anche da punto di osservazione grazie alle sue grandi vetrate panoramiche.

L’Isola della Cona è molto più di una semplice destinazione per un’escursione nella natura. È un santuario della vita selvatica, un luogo dove la bellezza della flora e della fauna si fondono armoniosamente per creare un’esperienza indimenticabile per tutti coloro che hanno la fortuna di visitarla.

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Se volete godervi una camminata panoramica e piacevole, vi consigliamo di percorrere la carrareccia. Questo sentiero è relativamente semplice, perfetto per escursionisti di tutti i livelli, e vi permette di ammirare la bellezza naturale circostante.

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Il sentiero

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Lasciata l’auto nel comodo parcheggio del Rifugio Tolazzi, prendete la strada asfaltata che si trova alla sinistra del rifugio.

Il sentiero inizia con alcuni tornanti che vi porteranno a scoprire le indicazioni per il sentiero CAI 143. Questo sentiero offre un’opzione più impegnativa e ripida per raggiungere il Rifugio Marinelli.

Tuttavia, vi consigliamo un’altra opzione: seguire sempre la carrareccia. Questa strada vi permetterà di godere appieno della bellezza naturale circostante senza dover affrontare un terreno troppo ripido. È l’ideale per chi vuole godersi una passeggiata rilassante e panoramica.

A metà del percorso, farete una piacevole scoperta: la Malga Morareto. Qui potrete fare una pausa e ristorarvi con una birra fresca o un delizioso sciroppo di sambuco fatto in casa. Mentre vi rilassate, avrete l’opportunità di fare amicizia con le tenere caprette presenti in loco e persino acquistare formaggio e burro di malga, prodotti freschi e genuini direttamente dalle Alpi friulane.

Dopo aver attraversato la malga, continuate lungo la carrareccia (siamo circa a metà del percorso). Quando inizierete a scorgere la bandiera italiana sventolare sulla montagna, capirete che siete quasi arrivati!

Al Rifugio Marinelli, potrete anche gustare deliziosi piatti, preparati con cura e presentati con eleganza. Inoltre, grazie alla sua posizione privilegiata, il rifugio rappresenta il punto di partenza ideale per emozionanti escursioni nel gruppo montuoso del Monte Coglians. Se lo desiderate, potete persino fermarvi a pernottare e iniziare il giorno successivo con nuove avventure!

Informazioni importanti

  • Vi consigliamo di arrivare presto la mattina, in quanto il parcheggio del Rifugio Tolazzi è l’unico disponibile per parcheggiare l’auto e nel weekend la zona è molto frequentata.
  • Non ci sono fontane o punti acqua lungo il sentiero. Potete acquistare da bere sia alla malga che al rifugio, ma al Rifugio Marinelli l’acqua del rubinetto del bagno non è potabile e non vendono bottigliette d’acqua di frigo! 
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Il Matajur

Il Monte Matajur (1.641 mslm), detto anche Monte Re e Baba in dialetto sloveno locale, è l’altura che sovrasta la città di Cividale. Il nome infatti ha origine da Mont Major (Monte Maggiore di Cividale) che, nel tempo, è mutato in Mot Major, Mat Major, Matajor ed, infine, Matajur.

Il monte passò alla storia perché fu conquistato dai tedeschi nel corso della battaglia di Caporetto, episodio determinante per la tragica ritirata italiana.

Sulla sua sommità si trova la chiesetta del Cristo Redentore, costruita sulle macerie della cappella distrutta nella battaglia di Caporetto.

Questa cima è famosa per il meraviglioso panorama che offre: da qui si domina il Friuli! La costa istriana, la laguna di Grado, la pianura udinese.

Leggi il nostro articolo: Matajur in autunno

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Il sentiero

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Il percorso ha inizio presso il Rifugio Pelizzo, agevolmente raggiungibile in auto attraverso una strada asfaltata priva di ostacoli. Per giungere in cima al Matajur, vi sono due sentieri: il primo, da noi percorso (CAI 736), conduce direttamente alla vetta (indicato con un tempo di percorrenza di 45 minuti), mentre l’alternativa (CAI 750) è più estesa e panoramica (qui troverete una dettagliata descrizione del tracciato). Abbiamo optato per l’itinerario più rapido, perché volevamo raggiungere la cima in tempo per godere della magica luce dorata del crepuscolo.

Il sentiero è semplice e lineare, tuttavia, la salita non si sviluppa costantemente con pendenze dolci e in alcuni tratti, risulta piuttosto ripida. Una volta raggiunta la cima, ci siamo lasciati avvolgere dalla bellezza del panorama durante la golden hour. Poi abbiamo cenato con i nostri panini e abbiamo ammirato il tramonto. Il nostro obiettivo era di fermarci per vedere il cielo stellato, sperando in qualche stella cadente. E ne abbiamo viste tante! Si perchè il Matajur è uno dei posti con meno inquinamento luminoso, e la breve camminata per raggiungerlo lo rende la meta ideale per una notte romantica. Al rientro abbiamo fatto lo stesso percorso, naturalmente indossando le torce frontali.

Al termine dell’escursione, abbiamo ripercorso la stessa strada al ritorno, naturalmente supportati dalle nostre torce frontali.

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Monte Crostis e Panoramica delle Vette

Il Monte Crostis, alto 2250 metri, offre non solo una vista spettacolare sulla natura circostante ma anche un’esperienza di trekking emozionante attraverso paesaggi mozzafiato.

La Panoramica delle Vette è la strada carrozzabile più alta del Friuli, un itinerario che racchiude in sé l’essenza della bellezza montana e offre un’esperienza senza pari. Rinomata per la sua bellezza, la Panoramica delle Vette si estende per ben 35 chilometri, unendo i paesi di Comeglians e Ravascletto.

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Il sentiero

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L’avventura inizia da Comeglians, dove si intraprende un viaggio verso Tualis lungo la “Panoramica delle Vette”. Questa strada, la più alta del Friuli, si snoda attraverso panorami incantevoli e collega Comeglians e Ravascletto.

Sebbene sia percorribile in auto senza particolari difficoltà, va sottolineato che essa è una strada di montagna e va trattata come tale. È consigliabile telefonare al Comune di Ravascletto in anticipo, per verificare che la strada sia aperta e in buone condizioni.

Diversamente, dal lato di Ravascletto, la strada risulta più lunga e presenta tratti non asfaltati. Consigliamo, quindi, la salita da Comeglians.

Una volta raggiunto il Rifugio Chiadinas a un’altitudine di 1934 metri, potrete parcheggiare l’auto e in prossimità del parcheggio imboccare il sentiero CAI 151. Questo sentiero, che si snoda attraverso verdi pendii e rocce dai toni rosso-verdastri, conduce agevolmente alla vetta del Monte Crostis a quota 2250 metri. L’escursione ha un dislivello di circa 300 metri, rendendola accessibile anche a escursionisti meno esperti.

Durante l’ascesa, potreste anche avere la fortuna di sentire il fischiettio caratteristico delle marmotte, che abitano la zona. Noi abbiamo avuto la fortuna di vederne ben tre!

Una volta raggiunta la cima il panorama si apre su una visione spettacolare del gruppo montuoso Coglians-Chianevate, la Creta di Collina, il Pal Piccolo e Grande, nonché le maestose Alpi Giulie, con il Montasio e lo Jof Fuart all’orizzonte. Lasciate la vostra firma nel libro di vetta per segnare il vostro passaggio su questa cima!

Il rientro avviene sulla stessa strada. 

E per chiudere in bellezza, vi consigliamo caldamente di concedervi una pausa pranzo presso il Rifugio Chiadinas, dove avrete l’opportunità di gustare uno straordinario frico

Informazioni importanti

  • la Panoramica delle Vette è una strada di montagna, affrontarla come tale. Consigliato informarsi con il Comune di Ravascletto sulla percorribilità della stessa. 
  • Preferibile percorrere la Panoramica delle Vette da Comeglians a Ravascletto, perchè più breve e completamente asfaltata.
  • L’unico parcheggio vicino al punto di partenza dell’escursione si trova presso il Rifugio Chiadinas
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Sentiero Rilke Trieste

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Il Sentiero Rilke di Trieste è uno dei percorsi più iconici della città, che offre una vista mozzafiato sulla costa adriatica. Scoprilo assieme a noi!

Sentiero Rilke

Sentiero Rilke

Il Sentiero Rilke di Trieste è uno dei percorsi più iconici della città, che offre una vista mozzafiato sulla costa adriatica e sulle colline circostanti. Il sentiero prende il nome dal famoso poeta tedesco Rainer Maria Rilke, che visse a Trieste per diversi anni e che amava passeggiare lungo questa strada panoramica.

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Il sentiero

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Il sentiero inizia a Sistiana e si estende per circa 2 chilometri fino al Castello di Duino. La passeggiata offre viste spettacolari sulla costa, con il mare cristallino che si estende all’infinito e le colline che si innalzano alle spalle.

Il sentiero può essere percorso in entrambi i versi.
Se decidete di partire da Sistiana (come abbiamo fatto noi), potete parcheggiare presso lo IAT di Sistiana. Se decidete di partire da Duino c’è un parcheggio che si trova qualche metro dopo l’ingresso del sentiero, lungo la strada principale.

Il percorso da Sistiana inizia dietro allo IAT, nei pressi di un campeggio, e quindi si inoltra tra bosco e pietre.

Il Sentiero Rilke è stato recentemente rinnovato e ora offre una superficie liscia e accessibile, rendendolo adatto anche alle famiglie con bambini.

Durante il percorso, si possono ammirare le postazioni belliche aperte sul mare. Vi imbatterete in due postazioni militari costruite durante la Prima Guerra Mondiale, che erano utilizzate per controllare i movimenti sul Golfo di Trieste. All’interno di una di esse si nasconde una piccola terrazza panoramica dalla quale si può godere di una vista spettacolare sul mare Adriatico, che vi lascerà a bocca aperta!

Sentiero Rilke

Il Sentiero Rilke è sempre molto ben segnalato, offrendo la possibilità di una passeggiata rilassante, ma allo stesso tempo avventurosa. La scogliera offre una vista mozzafiato sul mare Adriatico, mentre le numerose grotte e calette pittoresche lungo il percorso creano un’atmosfera unica e suggestiva. La passeggiata è adatta a tutti, e si può decidere di fermarsi in uno dei numerosi punti panoramici lungo il percorso per ammirare la vista.

Alla fine della passeggiata, si giunge nelle immediate vicinanze del Castello di Duino, dimora storica dei principi della Torre e Tasso (Thurn und Taxis). Per visitare il castello, il suo magnifico parco a picco sul mare e il bunker costruito durante della seconda guerra mondiale ora trasformato in un suggestivo mini-museo con cimeli d’epoca, è possibile prendere a destra verso la statale e seguire le indicazioni per la portineria del castello, che dista pochi minuti di cammino.

Il sentiero attraversa la Riserva Natura delle Falesie di Duino, situata nel Carso triestino, un’area caratterizzata da rocce calcaree che, modellate dall’azione degli agenti atmosferici, formano strutture uniche sia in superficie che in sottosuolo. Questo fenomeno è noto come carsismo.

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Sentiero della Salvia Trieste

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Il Sentiero della Salvia, conosciuto anche come Sentiero Tiziana Weiss, è un sentiero semplicissimo che congiunge Aurisina alla frazione Santa Croce di Trieste, sul carso triestino. Scoprilo assieme a noi!

Sentiero della Salvia Trieste

Sentiero della Salvia o Sentiero Tiziana Weiss

Il Sentiero della Salvia, conosciuto anche come Sentiero Tiziana Weiss, congiunge Aurisina alla frazione Santa Croce di Trieste. Aurisina è conosciuta per la pietra carsica, mentre Santa Croce è la frazione di Trieste più lontana dalla città. Ci troviamo sul carso triestino.

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Sentiero della salvia Trieste

Il Sentiero della Salvia è un percorso breve e pianeggiante che collega Aurisina alla frazione di Santa Croce di Trieste. Nonostante la sua semplicità, regala scorci meravigliosi sul Golfo di Trieste.

I momenti migliori per fare questa passeggiata sono: l’autunno, grazie al meraviglioso foliage che si viene a formare e che crea un favoloso contrasto con l’azzurro del mare; il tramonto, in tutte le stagioni; quando c’è bora, infatti è completamente riparato ed è piacevolissimo passeggiare qui quando la bora non dà tregua nelle altre zone della città!

Se viaggiate in auto vi consigliamo di fare il percorso da Aurisina verso Santa Croce, in quanto a Santa Croce è più difficile trovare parcheggio. Ad Aurisina potete lasciare l’auto presso l’alloggio “Ai tre Sentieri” (il piazzale proprio di fronte alla partenza del sentiero) oppure in mancanza di posto proseguite un po’ più avanti lungo la strada e lasciate l’auto nel parcheggio asfaltato della Scuola Media Igo Gruden. 

Nel punto di partenza del sentiero troverete le indicazioni per due percorsi: il Sentiero della Salvia e il Sentiero del Pescatore. Dovrete seguire il cartello con il numero “3”, ovvero la strada che prosegue a sinistra. Il sentiero del Pescatore, invece, porta alla spiaggia di Canovella degli Zoppoli.

Sentiero della salvia Trieste

Il sentiero si sviluppa sempre in piano su un fondo di ghiaia. I panorami sono davvero pazzeschi, infatti già all’inizio del sentiero troverete un belvedere con una bellissima panca in pietra carsica.

Il sentiero si chiama così naturalmente per la presenza di salvia, di cui potrete apprezzare l’intenso profumo. La vegetazione è quella tipica del carso triestino: sommaco, ginestre, pini marittimi.

Abbiamo scoperto questo sentiero grazie a Sara Famiani di Estplore durante un’esperienza creativa organizzata da Ambasceria Cult. Le esperienze di Ambasceria Cult uniscono creatività, scoperta del territorio e food mettendo in rete location, realtà, artigiani e anime creative. Ogni esperienza è unita da un filo conduttore: in questo caso la pietra carsica.

Leggi il nostro articolo sull’esperienza Arte&Pietra

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